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Cyber war, il conflitto diventa virtuale

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brisingr1993
view post Posted on 29/3/2010, 13:06




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Il Cyber Command, il team messo a punto dagli Stati Uniti per fronteggiare e prevenire attacchi attraverso la Rete, è completo e pronto all'azione, anche se manca ancora l'approvazione da parte del Senato.

L'obiettivo ultimo dichiarato dal progetto è accorpare le risorse del dipartimento della difesa, in ambito IT, per fronteggiare la cresciuta minaccia degli attacchi informatici.

Lo scorso giugno, il segretario alla difesa americano Robert Gates ha dato il via alla creazione di un gruppo che si inserisse all'interno del Comando Strategico americano per operare, coordinare e monitorare gli oltre 15.000 computer in rete delle oltre 4.000 basi presenti in 88 Paesi nel mondo.

Il Cyber Command è visto, all'interno del dipartimento della difesa, come una tappa obbligata per una riorganizzazione vitale e necessaria, con l'intento di integrare l'operatività della sua vasta rete di risorse di calcolo attualmente indipendenti.

Intervenendo la scorsa settimana all'House Armed Services Committee, il generale Kevin Chilton (capo del Comando Strategico degli Stati Uniti) ha sottolineato l'importanza di superare l'attuale segregazione delle risorse operative in ambito IT.

Il generale Chilton ha affermato che "questo isolamento del network della difesa riduce le possibili sinergie e incide negativamente sulla nostra esperienza di organizzazione in ambito aereo, marittimo e terrestre. Con l'istituzione del Cyber Command gli Stati Uniti avranno modo di porre rimedio a questo problema".

Si intuisce, data l'importanza che viene attribuita alla Rete e in particolare al network strategico militare della nazione, che sempre più un sistema come quello di Internet è passato da semplice servizio a dorsale fondamentale delle comunicazioni moderne e può incidere sostanzialmente nel percorso democratico di un Paese.

Sarebbe auspicabile che anche il nostro sistema di governo desse altrettanta importanza al settore, considerate le attuali tendenze di privatizzazione delle strutture portanti della Rete con la prospettiva della gestione di queste da parte di società straniere, che di certo potrebbero incidere sulla politica in ambito di libertà di comunicazione.

La tendenza attuale, per ciò che riguarda la proprietà di gestione della infrastruttura di rete e quindi dell'informazione che su di essa vi transita, sembra ormai porsi in analogia alla gestione della moneta, in cui lo Stato delega le banche centrali ad organo di gestione e controllo, in quanto incapace (per ovvie ragioni politiche) di gestire e amministrare convenientemente il flusso monetario.

fonte: Google News

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