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[FACEBOOK]boss preso via facebook

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view post Posted on 17/3/2010, 07:34
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Ndrangheta: boss preso nel crotonese
Tradito dalla passione per Facebook
Pasquale Manfredi si collegava molto spesso con il nome 'Scarface': la polizia ha seguito le sue tracce informatiche



imageMILANO - Pasquale Manfredi, boss della 'ndrangheta arrestato dalla polizia a Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, è stato tradito dalle sue due passioni: Facebook e Scarface, il trafficante di cocaina interpretato da Al Pacino nel film diretto da Brian De Palma. Seguendo sue le tracce su internet, gli investigatori sono arrivati a quello che viene definito «un sicario freddo e crudele». Era ricercato da novembre, quando sfuggì a una retata ed è considerato dagli investigatori uno dei sicari della cosca Nicoscia-Manfredi di Isola Capo Rizzuto, contrapposta agli Arena.
DUE OMICIDI - Accusato di associazione mafiosa, traffico illegale di armi, estorsione, Manfredi è ritenuto il responsabile dell'omicidio del boss Carmine Arena, ucciso a ottobre del 2004 con un bazooka che fece saltare in aria la sua auto blindata, e di Pasquale Tipaldi, a Natale del 2005. Per migliorare le sue qualità di tiro, il latitante avrebbe frequentato una sorta di scuola di guerra nella zona di Pavia, dove si sarebbe specializzato nell'uso delle armi da guerra. Ma a tradire il 33enne è stata la sua passione per i social network: durante la sua latitanza si collegava a Facebook con una chiavetta e usava come nickname "Scarface". Non è il primo criminale fan del personaggio creato da De Palma: il boss della camorra Walter Schiavone - come scrive Roberto Saviano in Gomorra - aveva fatto costruire la sua residenza a Casal di Principe ispirandosi alla lussuosa villa vista in cui Al Pacino-Scarface viveva nel film.

BLITZ NEL COVO - Grazie alle intercettazioni gli uomini della squadra mobile di Crotone hanno individuato il covo di Manfredi: un palazzo di tre piani in via Kennedy a Isola Capo Rizzuto. Avuta la certezza della presenza del boss latitante nell'edificio, una cinquantina di agenti hanno circondato l'edificio e fatto irruzione. Manfredi, che abitava nel seminterrato dello stabile, ha provato a fuggire dai tetti, ma è stato bloccato al secondo piano. Il latitante viveva in un piccolo locale con cucinino: nonostante le ridotte dimensioni ci aveva sistemato un tapis-roulant per tenersi in forma. Nel rifugio sono stati trovati anche dei computer. Quelli che lo hanno portato dalla latitanza al carcere


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